INTITOLATA A GINA BORELLINI UNA PIAZZA A CONCORDIA SULLA SECCHIA
Il 29 maggio 2021 a Concordia è stata intitolata a Gina Borellini una nuova piazza, con l’intervento delle Autorità ed alla presenza partecipe di una numerosa folla di cittadini e dei Famigliari di Gina. Dove erano state accumulate le macerie, raccolte dopo il terremoto che colpì la Bassa modenese nel 2012, ora è stato creato uno nuovo spazio di incontro e di dialogo. Riportiamo qui di seguito il breve indirizzo di saluto porto da Adriano Zavatti, presidente di ANMIG Modena.
GINA BORELLINI, UNA DONNA DAL… “VIRILE CORAGGIO”
Raccontava l’on Otello Montanari, ricoverato nello stesso ospedale con Gina, che lei si lamentava, dopo l’amputazione della gamba, che nessuno l’avrebbe più voluta in quelle condizioni, mentre egli tentava di rassicurarla che ci sarebbe stato sempre lui a volerla. E’ un episodio minimo, famigliare, ma che ci apre uno squarcio sulla Gina intima, sui sentimenti di una donna, una vera donna, che affrontò anche la sua mutilazione … con “virile coraggio”, dimostrato in “frequenti e luminose prove”, come recita la motivazione della medaglia d’oro al valor militare che le fu conferita. Motivazione che oggi ci fa sorridere nel suo ingenuo datato maschilismo, un ossimoro, ma che tuttavia ben rappresenta ciò che Gina fu, una eroica donna a tutto tondo: sposa e madre, con la tragedia nel cuore per la brutale scomparsa del marito Antichiano Martini, trucidato dai nazifascisti, e per la morte del primo figlio; una partigiana dal carattere incrollabile, durante la persecuzione ed il carcere; una donna ben consapevole della condizione femminile e della necessità di rivendicare quella parità non solo formale, che anche oggi stenta a realizzarsi; una dirigente politica ed un’amministratrice della res publica ben ancorata al presente, ma con il pensiero rivolto al futuro ed ai giovani; una donna in una società dominata dagli uomini, ma dalla forza e dalle idee così chiare da essere scelta come guida indiscussa, indipendentemente dal genere, come dimostra il suo trentennale impegno come dirigente locale e nazionale dell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra, per difendere il diritto ad un equo riconoscimento per quelle centinaia di migliaia di italiani, che avevano perduto la loro giovinezza e la loro integrità fisica e mentale nei due conflitti mondiali del Novecento. Ed è per me una emozione ricoprire il ruolo che fu suo, come è questo momento per molti di noi che l’hanno conosciuta direttamente o attraverso i nostri Padri. Perciò è stato un dovere ed un onore anche per noi, figli ed eredi di quella tradizione e di quei valori di pace, libertà, democrazia, giustizia e solidarietà, che furono la sua stella polare, intitolarle la Casa del Mutilato di Modena il 29 aprile scorso, anniversario della fondazione dell’ANMIG, che vorremmo diventasse la Giornata del Mutilato di Guerra. Per non dimenticare. Per ricordare l’esempio dei nostri Padri e delle nostre Madri, e guardare al futuro, per aprirci ai giovani, come noi stiamo facendo con i nostri archivi e con tanti altri progetti, come Gina ci ha insegnato con il suo alto magistero. E’ giusto ricordare Gina in una piazza: così come non si devono costruire muri, ma ponti, che mettano in contatto popoli ed idee, per comprendere l’altro, per imparare a rispettarne anche la diversità, l’idea di realizzare una piazza ha lo stesso valore etico, come luogo di incontro, scambio, dialogo e sarebbe molto piaciuto a Gina.